Posturale

Il Potere delle abitudini

Leggendo uno dei libri più famosi di Charles Duhigg mi ritrovo a riflettere su alcune delle chiavi che compongono il modo in cui gestiamo ogni giorno le nostre vite e come, di riflesso, condizioniamo la nostra esistenza.

Lo ripeterò fino a sfinimento, il compito principale di chi si occupa di benessere è quello di educare, perché prima di una terapia, di un all’allenamento è l’educazione la miglior arma per il raggiungimento di un’obiettivo.

E spesso la mancanza di educazione generale che permette alla malattia (intesa come frustrazione e rifiuto del nostro modo di essere) di trovare terreno fertile all’interno del nostro corpo.

Quello che andrò a trattare oggi è “IL POTERE DELLE ABITUDINI”, non è un argomento semplice, ma la complessità è direttamente proporzionale a quanto questi fattori determinano la scelta delle nostre vite ogni giorno.

Come nasce un’abitudine?

Iniziamo ponendoci piccole domande…Quando ti sei alzato questa mattina qual è la prima cosa che hai fatto? Hai fatto prima la doccia o ti sei lavato prima i denti? La risposta è che probabilmente non lo sai oppure hai uno schema fisso e rigido che ogni mattina inconsciamente ripeti… Bene, questa è un’abitudine!

L’abitudine è un’azione che passa inizialmente per uno schema cosciente (decisionale) spinta da un bisogno che con la ripetizione all’interno della quotidianità crea un’automatismo (azione eseguita in maniera automatica/incosciente).

La scoperta rivoluzionaria

La zona deputata alla raccolta di questi automatismi sono i NUCLEI DELLA BASE. Furono scoperti dopo che un certo Yugin, dopo un encefalite virale (che gli causò un’amnesia importante con l’impossibilità di immagazzinare nuove informazioni da lì in avanti) , riusciva a fare cose straordinarie senza che i ricercatori riuscissero a dare una spiegazione. Yugin trovandosi in camera non riusciva a descrivere il percorso dalla stanza in cui si trovava per arrivare alla cucina,nonostante la ripetizione della domanda e la possibilità di disegnare il tragitto lui non capiva la natura della domanda e dopo pochissimo la dimenticava. Ma incurante della sua posizione all’interno della casa Yugin, tutte le mattine, andava in cucina si cucinava uova e bacon e ritornava in camera e ripeteva questa azione in una mattina 4 – 5 volte. A Yugin non serviva sapere la struttura della casa o che ore fossero, attraverso altri segnali come la luce che entrava nella stanza in una determinata maniera , gli odori e il canto degli uccelli arrivava un segnale di partenza, da lì in poi l’azione si sarebbe svolta in modo automatizzato… Davvero incredibile

Infatti possiamo riassumere la creazione dell’abitudine in 3 step:

  • Segnale
  • Ripetizione
  • Gratificazione

1 Avviene il SEGNALE derivato da un bisogno, che sia necessario oppure no, 2 Successivamente viene svolta un AZIONE, 3 L’elemento chiave che determinerà il successo o il fallimento dell’istaurarsi di quello schema è la GRATIFICAZIONE o la DELUSIONE. Infatti la gratificazione permetterà allo schema di ripetersi , la delusione no.

Pensiamo a qualsiasi schema di apprendimento, ho fame e assaggio un alimento, l’avvicinamento a quell’alimento oppure no è dettato della sensazione che l’alimento instaurerà in me.  

Ma perché accede ciò?

Accade ciò perché il cervello rispetta le leggi fisiologiche del risparmio energetico, quindi impiega grande concentrazione all’inizio per individuare un segnale, poi andrà in automatico e ritornerà all’attenzione solo al momento finale per confermare la scelta fatta precedentemente con la gratificazione, rafforzandola, oppure effettuando aggiustamenti o allontanamenti con la delusione.

Bene, ciò è estremamente vantaggioso in termini fisiologici e di economia, al contrario è estremamente pericoloso nell’era del consumismo e delle dipendenze.

Ma avendo compreso il principio fisiologico alla base possiamo fare molto per correggere le nostre abitudini e il nostro stile di vita, infatti abbiamo due momenti di estrema recettività per poter entrare e correggere un’abitudine consolidata, i momenti in cui il cervello non va in automatico ma è presente, ovvero il SEGNALE o la GRATIFICAZIONE. Intervenendo su entrambi o su uno solo di essi possiamo modificare o cambiare radicalmente qualsiasi abitudine della nostra vita

Ogni schema appreso può diventare abitudine, ed ogni abitudine una dipendenza…

Pensiamo a situazioni quotidiane che rappresentano questo schema:

  1. Uno di questi, a cui tutti ci siamo sottoposti, è il processo di apprendimento scolastico dopo l’esecuzione di un compito la maestra ha avuto la responsabilità di complimentarsi con te per il lavoro svolto oppure no e tu come ti sei regolato di conseguenza?
  2. Un altro è l’apprendimento di tipo sportivo per qualsiasi gesto tecnico, il  tuo allenatore/istruttore con il feedback della gratificazione con un “bravo”, “perfetto” ha rafforzato lo schema che hai adottato per fare quello “stile libero” in maniera buona e probabilmente l’hai ripetuto…
  3. Ed un altro, più complesso e negativo, è l’amore per i fast food al segnale della fame siamo andati in questo posto in cui mi hanno servito cibo molto velocemente e che mi ha dato grande gratificazione perché la struttura del cibo che è fatta per raggiungere il più velocemente possibile i centri del piacere. In più in molti posti che visito, probabilmente in vacanza o momenti di tempo libero (quindi predisposizione di base positiva), trovo lo stesso brand con la stessa architettura del locale e i stessi colori… che cos’è che parte prima questa volta? Ho fame e vado al fast food oppure ho visto il fast food e mi è venuta fame?!

La mia riflessione è questa…

Quanto un’abitudine negativa influenza una tua azione, un tuo modo di pensare e permettiamo ad essa di instaurarsi e fortificarsi negl’anni facendo crescere , al contrario, dentro di noi sentimenti di insoddisfazione e frustrazione? tutto questo può condizionare la tua giornata e il tuo futuro?! Quanto puoi ancora essere la migliore versione di te stesso?

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